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Ara della Regina

Tarquinia Tarquinia VT


L'ara della Regina posta sul "Pian di Cìvita" è uno dei ritrovamenti archeologici più importanti di Tarquinia: si tratta di un tempio etrusco che veniva utilizzato in antichità per la celebrazione di riti e preghiere. La divinità alla quale era destinato il culto all'interno del santuario rimane ancora ignota, ma da studi recenti si ipotizza l'identificazione della divinità in quella che oggi viene chiamata Diana. Oggi è ben visibile il basamento e quello che si ipotizza fosse l'accesso alla cella interna del tempio il quale è costruito con blocchi di nenfro, una roccia piroclastica tipica della regione.

Grazie alle opere di restauro e di scavi svoltesi nel 1938 è ora possibile ammirare in tutto il suo splendore questa magnifica opera edilizia datata intorno al IV secolo a.C. Il basamamento, che purtroppo è l'unico resto rimasto, è in macco, una pietra calcarea diffusa in Etruria.

I Cavalli alati, un'opera di laboriosa manifattura di arte etrusca, costituiscono il più importante ritrovamento avvenuto in questo sito. Questa lastra di terracotta, emersa nel 1938 durante i restauri condotti dall'archeologo Pietro Romanelli, rappresenta due equini alati e venne ritrovata interamente frammentata. Per la ricostruzione è stato necessario un minuzioso lavoro di restauro. Anticamente erano però due le lastre che ornavano il frontone del tempio, una raffigurante i due cavalli alati e l'altra contenente una biga, che sfortunatamente è andata perduta. La tavola di terracotta, databile tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., è ora conservata al Museo Nazionale di Tarquinia.