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La necropoli di Monterozzi
Via Ripagretta Tarquinia Tarquinia
La necropoli di Monterozzi è la principali necropoli di Tarquinia e si estende per circa 6 km dalla città fino alla costa. L’intera collina è coperta da tombe a tumulo, sono circa 6.000 quelle conosciute e tutte scavate nella roccia. Di questo numero altissimo, ne fanno parte almeno 200 dipinte, che danno prestigio e raffinatezza all’intera necropoli.
Gli affreschi che rappresentano il più cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il più ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'età imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-religioso raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di aulós, giocolieri, paesaggi, in cui è impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il V secolo a.C. figure di demoni e divinità si affiancano agli episodi di commiato, nell'accentuarsi del mostruoso e del patetico.
Tra i sepolcri più interessanti si annoverano le tombe che vengono denominate del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle Leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone, dell'Orco e degli Scudi. Parte dei dipinti, staccati da alcune tombe allo scopo di preservarli (tomba delle Bighe, del Triclinio, del Letto Funebre e della Nave), sono custoditi nel Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia; altri sono visibili direttamente sulla parete su cui furono realizzati.
Di provenienza della necropoli sono da citare anche notevoli sculture in pietra in rilievi su lastre o nella figura del defunto giacente sul sarcofago; notevole tra gli altri il sarcofago calcareo della tomba dei Partunu, opera di pregevole fattura, databile a Età Ellenistica.
Molti dei reperti trovati nella necropoli sono raccolti nel Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia ed in molti altri musei sparsi in tutto il mondo. Le pitture e le decorazioni murarie della Tomba del Barone, scoperta nel 1827, sono stati riprodotti negli anni successivi sulle pareti del cosiddetto Gabinetto Etrusco, conservato all'interno del Castello Reale di Racconigi.
Dal luglio 2004 la necropoli dei Monterozzi, insieme a quella di Cerveteri, entra a far parte della lista dell'Unesco dei siti patrimonio dell'umanità.