La città di Tarquinia
La città di Tarquinia si trova nella regione Lazio, in provincia di Viterbo. Conosciuta da più di tremila anni, ad oggi è considerata centro dell’Etruria Meridionale, ma soprattutto capitale etrusca, bella e interessante cittadina medioevale. Vanta una storia antica che ne fa luogo archeologico conosciuto anche all’estero, oltre ad essere circondata da riserve naturali, la campagna maremmana, le saline, i monti della Tolfa e i monti Cimini e l’Argentario, porto di partenza per le Isole di Giglio e Giannutri
Tarquinia sorge su una collina a soli 133 mt slm, ma gode di un clima mite e fresco, con un meraviglioso panorama sul Mar Tirreno e sulla valle dominata dal fiume Marta. Oggi è anche un punto focale per il Porto di Civitavecchia, l’aeroporto di Roma Fiumicino, la città di Roma e le principali città del centro Italia.
La storia
Storicamente il primo insediamento risale all’epoca degli Etruschi e portava il nome di Tarkna (trasformato successivamente nel latino Tarquinii). Tarkna era posizionata a 10 km da Gravisca, principale porto del Mediterraneo dell’epoca.
La vicinanza con fonti d’acqua per i popoli antichi era fondamentale e Trakna godeva di una posizione perfetta, la città si sviluppò infatti oltre che vicino al mare, lungo il fiume Marta (allora navigabile fino al lago di Bolsena).
Città fiorente ed economicamente indipendente, fu al centro delle battaglie politiche del Mediterraneo.
Le prime testimonianze risalgono però al Periodo del Bronzo ( XII sec. A.C.) ma la sua grandezza si sviluppò solo cinque secoli più tardi grazie ai contatti con la civiltà greca che le fornì grandi conoscenza tecnologiche e culturali.
Tarquinia si appropriò della nuova tipologia urbana che le conferì il titolo di “grande, fiorente e città più ricca d’Etruria”, come dissero Dionigi Alicarnasso e Cicerone. Fu il periodo migliore per la città in cui si svilupparono anche le necropoli oggi tra i maggiori siti visitati e la cinta muraria fortificata di 8 km. Quest’ultima fu eretta per difendersi dai popoli che scendevano dal nord per impossessarsi dei territori più a sud.
Le sue problematiche iniziarono quando Roma diventò “caput mundi” e ingaggiò i primi conflitti con la città etrusca intorno al 358 a.C.
Seguì un secolo di guerre e tregue che si concluse con la vittoria di Roma che prese il completo controllo di Tarquinia e delle sue coste.
Furono i Romani, durante le Guerre Puniche, a costruire il porto di Gravisca che diventò Municipio Romano fino alla decadenza che finì nel Periodo Imperiale.
La città fu fondata nuovamente a fine 1800 con il nome di Corneto (forse derivante dalle piante di Corniolo, o dal re Corito genitore del mitico Enea), ma non si hanno notizie certe se Tarquinia e Corneto fossero due città contigue, o la stessa città.
I primi nuovi nuclei si svilupparono sullo Sperone di Castello nei secoli VI-VII d.C, mentre tre secoli dopo un piccolo sobborgo si aggiunse alla “città”, ampliando il suo perimetro.
Nel XI sec. Corneto diventò civitas su bolla papale di Sergio IV.
L’ascesa politica ed economica della città si manifestò (sec. XII) nei trattati commerciali stipulati con Pisa, Genova e Venezia, grazie alla vicinanza del mare e dei fiumi Marta e Mignone, allora navigabili e sulle cui foci esistevano importanti approdi. In questo periodo il territorio cornetano fu uno dei maggiori produttori ed esportatori di frumento in Italia.
Dal secolo XII Corneto fu un comune libero, fiorente in economia e politica grazie alla sua posizione favorevole e fu antagonista di Tuscania e Viterbo, svantaggiate dalla possibilità di gestire solo i traffici terrestri.
Nel XIII secolo la città creò rapporti sempre più stretti con Roma, di cui diventò il principale fornitore di frumento. Nei due secoli successivi la città fu coinvolta nelle lotte tra impero e papato.
Nel 1328 M. Vitelleschi, si impadronì del potere, con l’intento di creare una Signoria, ma non realizzò il suo progetto perché rimase ucciso in una rivolta popolare scoppiata dopo solo due anni. Tra il XV e il XVI secolo iniziò una fase di lenta decrescita, mentre il potere dei Vitelleschi si consolidava così come l’ingerenza della Chiesa.
Tra la fine XV secolo e l’inizio del XVI secolo due gravi pestilenze colpirono la zona riducendo fortemente la popolazione.
Tra il XVIII e il XIX secolo fu occupata per ben due volte dalle dalle truppe francesi, nel 1815 tornò però allo Stato Pontificio fino al 1870, quando venne annessa al Regno d’Italia.